giovedì 10 novembre 2016

CHE VUOI CHE SIA: L'ITALIA DELLA CRISI ECONOMICA E MORALE

A un anno dal grande successo di Noi e la Giulia (2015) Edoardo Leo torna a dirigere e interpretare un nuovo lungometraggio e anche stavolta non delude con Che vuoi che sia, arrivato nelle sale ieri. Fedele alla propria direzione artistica da director l'interprete di Smetto quando voglio (Sydney Sibilla, 2014) propone ancora una volta una commedia venata di riflessioni molto amare su vizi e brutture dell'Italia odierna ma in questo caso dando ancor più spazio alla venatura critica rispetto al lato maggiormente guascone, nonostante questo aspetto rimanga e diverta molto.

Protagonisti della pellicola in analisi sono Claudio (lo stesso Edoardo Leo) e Anna (Anna Foglietta), una coppia alle prese con gli effetti della crisi economica nonostante la voglia di lavorare e far valere i propri studi. Lui è un ingegnere informatico che si arrangia con qualche lavoretto saltuario ma che ha in mente la progettazione di una app virtualmente di grande appeal commerciale mentre lei lavora come docente a tempo determinato. Claudio espone il proprio progetto a un finanziatore (un ragazzino viziato proprietario di una non chiara società informatica che non può non essere una parodia del creatore di un certo social network...) il quale a sorpresa gli "consiglia" di esporre ila sua app in un sito di crowdfunding in modo da arrivare a raccogliere almeno da ventimila euro, la cifra minima per far decidere al giovane di investire direttamente. A conferma del periodo nero vissuto dalla coppia di precari la app non ha successo sul sito di raccolta fondi e così una notte, in seguito a una sbronza, girano e postano sulla stessa pagina web un video in cui prendono in giro gli italiani rei di usare internet solo per la pornografia e, per scherzo, affermano che qualora raggiungessero la cifra inizialmente pattuita i due girerebbero e posterebbero un video porno. Una bravata quando finisce in pasto alla rete non resta mai tale e quindi finisce per rivoluzionare la vita di entrambi.

Fin da questa breve sinossi appare chiaro il target a cui mira il feroce attacco di Edoardo Leo: l'ossessione per i social network come nuova frontiera del conformismo tutto italico che trasforma i singoli individui pensanti in una massa indistinta che segue la stessa moda, di qualsiasi tipo essa sia e per quanto meschina possa essere. Ciò che le vicende tragicomiche (e fin troppo reali se si pensa alla vicenda di Tiziana Cantone) vissute da Claudio e Anna dimostrano è quanto la crisi economica, da cui il nostro paese non riesce proprio a riemergere, sia diventata ben più grave dal punto di vista morale piuttosto che economico; in fondo vengono mostrati numerosi personaggi che sperperano il denaro per le ragioni più assurde (emblematico quanto esilarante il dialogo tra l'ingegnere interpretato dal regista e un suo cliente a cui ripara continuamente il pc a causa della sua fissazione per i siti hard più spinti e persino a pagamento), quasi a dimostrare un ipotetica proporzione inversa tra serietà/preparazione professionale e benessere economico. La crisi a quanto pare non colpisce indiscriminatamente, bensì attacca e affonda coloro che credono ancora nei sentimenti e nella dignità personale, mentre non scalfisce chi svende il proprio corpo e la propria mente per entrare a far parte della massa informe schiava dei social network. 
A mio avviso il video pornografico diventa per il cineasta romano un espediente, un pretesto rumoroso per mostrare questa ossessione che è in realtà ben più grave di quella per per gli stessi materiali hard e provarlo è la bellissima sequenza, una delle migliori dal punto di vista estetico, in cui lo zio di Anna (uno straordinario Rocco Papaleo) fa una passeggiata mentre i protagonisti stanno girando il famoso video in streaming e nota, con vero e proprio terrore, che tutte le persone che incontra, di qualsiasi età, sesso o estrazione sociale sono immobili a guardare su qualsivoglia schermo il suddetto evento virale. Solitamente la pornografia online è fruita soprattutto dal sesso maschile e certamente non in luoghi pubblici (il senso del pudore scaturito dalle influenze cattoliche nella nostra cultura spesso neanche fa ammettere alle persone di praticare la masturbazione) eppure basta che un del materiale sessualmente esplicito diventi una moda del web perché persino la più castigata delle signore o delle ragazzine si metta a guardarlo senza vergogna in una piazza. Pazzesco ma fin troppo vero.

Come se non bastasse l'attualità delle riflessioni appena esposte Che vuoi che sia si avvale di una regia minimalista ma capace anche di alcuni momenti estremamente raffinati, come ad esempio il piano sequenza a inizio film che mostra la routine mattutina dei protagonisti o alla sequenza in discoteca, oltre che di attori in grande forma, soprattutto Rocco Papaleo che, parafrasando un leitmotiv di Claudio, negli Stati Uniti avrebbe ricevuto apprezzamenti infinitamente maggiori, magari anche una candidatura all'Oscar (perdonatemi la piccola provocazione).
Tirando le somme dell'analisi dell'ultimo lungometraggio partorito dal director di Buongiorno papà ciò che veramente lo rende interessante ed estremamente consigliato è la capacità di unire tutte le caratteristiche appena descritte all'interno di una struttura da commedia popolare che permette di riflettere a spettatori di qualsiasi caratura intellettuale e per di più di farlo con un divertimento mai banale. 

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