giovedì 4 aprile 2019

SHAZAM!: IL SUPEREROE ALLA RICERCA DI UNA FAMIGLIA

All'interno del vasto pantheon di supereroi DC Comics trova una collocazione piuttosto singolare la figura di Capitan Marvel, noto anche come Shazam a causa di contenziosi sulle licenze con l'omonimo personaggio appartenente all'universo della Casa delle idee. Per uno strano scherzo del fato proprio nello stesso anno in cui l'eroina spaziale di quest'ultima giunge per la prima volta sul grande schermo l'alter ego di Billy Batson torna nelle sale dopo un'attesa di più di settant'anni: da ieri è infatti giunto nelle sale italiane Shazam!, diretto da David F. Sandberg. Certo l'eroe creato da Bill Parker e C. C. Beck nel 1940 non gode più della fama che gli permise di superare nelle vendite persino quell'Action Comics su cui svettava Superman, nonostante ciò la pellicola pare aver conquistato la grande maggioranza della critica e potrebbe essere un successo non così preventivabile anche di pubblico per Warner Bros. e l'universo cinematografico DC.

Nel solco della tipica origin story il lungometraggio in analisi mostra il quindicenne Billy Batson (Asher Angel), alla perenne ricerca della madre che lo ha abbandonato, alle prese con l'ennesimo affidamento a una casa famiglia, dove stringe un particolare legame con Freddy Freeman (Jack Dylan Grazer), suo coetaneo con problemi fisici a una gamba e ossessionato dai supereroi (in particolare Batman e Superman). Il protagonista sembra comunque non voler aprirsi ai nuovi conviventi e fa di tutto per isolarsi, almeno fino a quando non viene convocato dal mago Shazam (Djimon Hounsou) nel suo tempio. L'anziano stregone sceglie il ragazzo come suo erede e così gli conferisce tutti i propri poteri magici, rendendolo capace di trasformarsi in un supereroe adulto (Zachary Levi) dotato di forza straordinaria, grande velocità e altre capacità sovrumane che Billy sperimenta insieme a Freddy. Quello che sembra solo un gioco ai due viene interrotto dalla minaccia costituita dal dottor Sivana (Mark Strong), uno scienziato che da bambino non riuscì a superare la prova postagli dal mago Shazam ma che, dopo aver liberato i demoni dei sette peccati capitali, possiede adesso poteri simili a quelli dell'eroe ma motivazioni opposte.

Sebbene la prima sequenza mostri toni notturni e oscuri non molto distanti da quelli dell'esordio al lungometraggio di Sandberg, risulta evidente fin dai primi minuti come Shazam! prenda nettamente le distanze dai precedenti prodotti dell'universo cinematografico DC, specialmente da quelli diretti da Zack Snyder. Confermando la straordinaria capacità del cinecomic di potersi ibridare quasi con qualsivoglia altro genere cinematografico classico o contemporaneo, la prima pellicola non horror dell'autore di Lights Out (Lights Out - Terrore nel buio, 2016) nasconde sotto il vistoso costume indossato da Zachary Levi e alcune ottime sequenze d'azione il cuore di un vero e proprio racconto di formazione a tema natalizio, alla stregua di alcune icone del cinema anni Ottanta quali I Goonies (The Goonies, Richard Donner, 1985) e Gremlins (Joe Dante, 1984). L'intero percorso impostato dalla sceneggiatura verte sulla ricerca da parte del protagonista di quella famiglia che non ha mai avuto, sebbene in apparenza questi ostenti una diffidenza totale nei confronti di chiunque cerchi di stargli accanto. Dietro ogni fuga da qualsiasi famiglia affidataria o alle bravate tipiche della sua età si cela, in realtà, la speranza mai sopita del ragazzo di ritrovare quella madre che ricorda con grande affetto ma che poi si rivelerà solamente una ex ragazza madre immatura, incapace di prendersi cura di un bambino da sola e non abbastanza coraggiosa da resistere alla tentazione di abbandonare il figlio. Una tentazione verso la strada più facile che si ripresenta costantemente nella pellicola come vero ostacolo da superare per poter crescere: il dottor Sivana perde la possibilità di ereditare i poteri di Shazam poiché cede alle lusinghe dei sette peccati e lo stesso Billy rischia di provocare la morte di molte persone utilizzando i propri poteri come semplici mezzi economici. Dunque si potrebbe definire l'intera struttura narratologica come una strada dall'infanzia alla maturità, dalla solitudine all'accettazione dell'importanza delle persone amate per essere felici, percorsa in parallelo da eroe e antagonista fino a quando i loro percorsi non prendono deviazioni diverse. Il quindicenne, una volta messo dinanzi alla verità su sua madre e alla possibilità di perdere la sua prima e vera famiglia, sceglie di non chiudersi in se stesso e di conseguenza condivide con fratelli e sorelle persino i propri poteri, mentre il mad scientist si affida a una "famiglia" distorta che lo aiuta solamente a covare odio per l'intero genere umano e ad allontanare chiunque lo avesse ferito con la violenza. 
Come i suoi succitati modelli il lungometraggio diretto da Sandberg non vive soltanto di crescita dei suoi personaggi o di insegnamenti etici ma trova in un umorismo volutamente schietto un'arma davvero vincente. La coppia formata da Billy e Freddy, sia che il primo indossi i panni del supereroe o del semplice adolescente, danno vita a un crescendo di gag irresistibili per un pubblico di qualsiasi età, rese però ancora più esilaranti dai tantissimi riferimenti agli altri personaggi DC, specialmente Superman, rivale editoriale di Capitan Marvel a causa anche degli evidenti punti in comune tra i due e quindi scelto come vittima preferita delle battute dei ragazzini (anche se l'intervento più caustico si trova nella seconda scena post-credit e chiama in causa l'eroe più cool del momento in casa Warner). Certamente è difficile non notare come il regista si trovi maggiormente a suo agio, da un punto di vista estetico-formale, con i momenti più dark e assimilabili all'horror. Le stragi perpetrate dai sette peccati capitali mostrano la grande immaginazione di Sandberg e la sua abilità nell'utilizzo dei giochi chiaroscurali, così come i movimenti di macchina più interessanti avvengono tra le sinistre grotte che celano il tempio di Shazam, ma è innegabile anche la verve con cui la cinepresa segue le strampalate imprese di Levi e Grazer, specialmente nel piccolo videoclip nel quale il supereroe testa le sue abilità al ritmo di Don't Stop Me Now dei Queen.

Shazam! rappresenta dunque un'ulteriore ventata di novità all'interno dei prodotti DC e dei cinecomic in genere, non una pietra miliare della settima arte ma la conferma di quanto sia possibile spaziare all'intero di questo post-genere. Una lezione che, a mio avviso, in casa Marvel pare essere stata dimenticata dopo gli exploit dei soli Gunn, Russo e Waititi.

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