giovedì 2 novembre 2023

L'ESORCISTA - IL CREDENTE: IL REQUEL CHE NON S'AVEVA DA FARE

Nell'analizzare il particolarissimo caso di Dominion: Prequel to the Exorcist (Paul Schrader, 2004) avevo sottolineato come qualunque tentativo di serializzare L'esorcista (The Exorcist, William Friedkin, 1973) avesse incontrato problemi di vario tipo, da produzioni travagliate a recensioni spietate, dando l'idea che aleggi una sorta di maledizione sul franchise. A sfidare la sorte avversa quest'anno ci pensa David Gordon Green, che, forte del successo ottenuto con il rilancio della saga di Halloween, tenta un'operazione simile anche in questo caso, dirigendo un seguito del film originale che non tiene conto di tutte le opere successive, con l'idea di proseguire poi con una trilogia da lui scritta e diretta. L'Esorcista - Il credente (The Exorcist: The Believer, 2023) arriva nelle sale di tutto il mondo nel corso di ottobre, con un carico di aspettative immenso, forse oltre le proprie effettive possibilità: nonostante un discreto risultato al botteghino (inferiore a onor del vero però di molte pellicole horror hollywoodiane recenti), la critica asfalta totalmente  l'opera, aprendo una concreta crepa nel piano di realizzare un secondo e un terzo capitolo firmati Green.


Dopo un prologo ambientato durante il terremoto occorso ad Haiti nel 2010, il lungometraggio segue la vita di due famiglie, quella molto credente di Miranda (Jennifer Nettles) e Tony (Norbert Leo Butz), la cui figlia Katherine (Olivia O'Neill) è amica per la pelle di Angela (Lidya Jewett), nata proprio in occasione di quella catastrofe naturale dove suo padre Victor (Leslie Odom Jr.) ha perduto l'amore della sua vita per quel parto. Mentre le due ragazze attraversano insieme il bosco vicino le loro case spariscono misteriosamente, venendo ritrovate solamente tre giorni dopo all'interno di un granaio. Al prevedibile sollievo provato dai tre genitori si sostituisce però una preoccupazione ancora più grave rispetto a quella provata durante l'assenza delle figlie, dato che queste mostrano fin da subito comportamenti molto strani, che sfociano in una violenza inconsueta e fenomeni difficilmente spiegabili solamente attraverso la scienza.


Fin dalla sequenza iniziale, con l'inquadratura di due cani che si azzannano tra di loro e l'ambientazione esotica, appare chiara la volontà di Green di lavorare a una sintesi tra omaggio al classico friedkiniano e attualizzazione dello stesso, seguendo la strada intrapresa con Halloween (2018) ma ripetersi è sempre più difficile rispetto al primo exploit. L'esorcista - Il credente, infatti, può essere diviso in due parti ben distinte: la prima, che si conclude la totale accettazione dei protagonisti della natura spirituale dei problemi di cui soffrono Kat e Angela, mostra spunti narrativi interessanti che riescono ad aggirare la tentazione di seguire pedissequamente il canovaccio del 1973, come la doppia possessione e il mistero legato a cosa sia effettivamente accaduto nei tre giorni di buoi mnemonico delle due, così come i diversi status sociali delle famiglie inseriscono una contestualizzazione socio-culturale che potrebbe elevare il puro meccanismo di genere, esattamente come accadeva nel succitato capostipite. Certamente la parte investigativa, così come la parentesi in cui i medici cercano di offrire una spiegazione psicologica alla condizione delle giovani, appaiono già in questa metà piuttosto stringate, specie rispetto all'incedere adagio e sinistramente scrupoloso di Friedkin, ma il repentino avviamento verso il rituale di esorcismo potrebbe rappresentare il viatico verso un'ulteriore emancipazione nei confronti di quest'ultimo, magari verso lidi puramente horror o di maggiore introspezione del significato più recondito del Male, che ancora una volta si accanisce proprio verso chi non ha alcuna colpa o difesa. Niente di tutto questo. La successiva evoluzione del racconto precipita nella più pallida scia di lotte contro le possessioni demoniache, mentre ogni scelta da parte dei personaggi risulta poco logica e altamente didascalica nelle spiegazioni.


La povertà narrativa viene spesso relegata allo sfondo nel cinema di genere quando sale in cattedra la maestria formale, la capacità di agire sulle emozioni dello spettatore tramite la forza delle immagini o un uso sagace della colonna musica ma anche da questo punto di vista Green non regala neanche mezza sequenza memorabile. Se Halloween iniziava con una visita all'istituto psichiatrico in cui è rinchiuso Myers che brillava per costruzione della suspense e un uso di angolazioni estremamente audace, giusto per fare un esempio tratto dalla recente filmografia del cineasta americano, L'esorcista - Il credente non mostra un briciolo del tocco del suo autore, riuscendo addirittura a sperperare i momenti di puro fan service o di connessione al predecessore, con una superficialità del tutto assente nella trilogia dedicata al killer di babysitter. La maledizione dei sequel di The Exorcist ha dunque colpito ancora e mai così duramente, vista la netta differenza di qualità rispetto anche al prequel diretto nel 2004 da Renny Harlin, che almeno spiccava per la fotografia di Storaro e l'interpretazione di Stellan Skarsgard.

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