domenica 24 luglio 2016

MONSTERS: L'AMORE AI TEMPI DELL'EMIGRAZIONE E DEGLI ALIENI


Il 2010 segna l'esordio del futuro regista dell'ottimo Godzilla (2014): Gareth Edwards scrive e dirige Monsters, di cui cura anche fotografia, effetti speciali e scenografia (in pratica un prodotto letteralmente autoriale, in stile Robert Rodriguez). La pellicola, realizzata con un budget bassissimo (meno di 500000$), porta sullo schermo il viaggio dal Messico agli Stati Uniti di un fotografo e la figlia del suo capo in un ipotetico futuro in cui delle forme di vita aliene hanno "infettato" l'America Centrale "costringendo" gli Stati Uniti a erigere un muro sul confine con il Messico e ad attaccare con raid aerei (persino con armi chimiche) le zone definite per l'appunto infette.
Nel 2016 il film di Edwards si rivela persino più potente nel suo sottotesto politico-sociale che al momento dell'uscita, basti pensare al dramma quotidiano della morte di migliaia di emigrati in fuga da paesi in guerra e all'ascesa di figure politiche che fanno del nazionalismo e del rifiuto del "diverso" la loro punta di diamante (sicuramente avrete capito tutti a chi mi riferisco). Certamente non si può dimenticare da questo punto di vista un precedente tanto illustre quanto ingombrante come quel District 9 (Neil Blomkamp; 2009) acclamato da critica e appassionati di cinema sci-fi, ma è bene sottolineare che Monsters è tutt'altro che un film a basso budget che tenta di cavalcare l'onda di un film recente di grande successo (si pensi ai vari emuli di Jaws di Steven Spielberg uscito nel 1975). Il lungometraggio di Edwards, come avevo anticipato nel titolo di questa analisi, è in realtà un vero e proprio connubio tra il tipico road movie americano (Easy Rider docet) e una storia d'amore che ricorda soprattutto la trilogia diretta da Richard Linklater iniziata nel 1995 con Prima Dell'Alba (Before Sunrise), soprattutto per il rapporto che lentamente, con alti e bassi, si instaura tra i due protagonisti, con il resto dei personaggi relegati a semplici comparse, oltre che per l'uso molto limitato di musica extradiegetica. Il viaggio affrontato dai due giovani diventa un vero e proprio percorso di formazione durante il quale i due finiscono per sovvertire tutte le loro convinzioni: inizialmente sono soltanto un peso l'uno per l'altro ma finiscono per amarsi (il bacio nel finale interrotto dai militari è di una potenza emotiva enorme); il fotografo Andrew da cinico reporter a caccia di tragedie che gli fruttino un lauto guadagno scopre il vero significato della sofferenza e l'importanza delle persone che ama (si pensi alla sequenza in cui trova il cadavere della bambina vestita di rosso e a quella della telefonata al figlio verso la fine); Samantha si rende conto di non voler tornare alla vita reale in quanto capisce che non si tratta che di una prigione dorata basta sul dolore altrui. 

In questo atipico tour dei due protagonisti ci sono però due sequenze che da sole, secondo me, potrebbero valere la visione del film; mi riferisco a quella in cui i due giovani trovano un edificio precolombiano da quale osservano stupiti (neanche loro sanno se in senso positivo o negativo) l'enorme muro eretto dagli Stati Uniti e quella nella quale i due assistono a un amoreggiamento di due alieni, una specie di danza di colori ed elettricità intrisa di poesia che poi porta all'esplosione del sentimento che lega i protagonisti. Soprattutto quest'ultima scena potrebbe diventare con grande efficacia un vero e proprio manifesto della potenza dell'amore nei confronti di ogni discriminazione e dell'odio che regna sovrano in questi tempi segnati dal terrorismo e dai problemi che ho citato in precedenza. Se persino due esseri extraterrestri preferiscono flirtare piuttosto che uccidere perché l'uomo non fa lo stesso? (Nessun riferimento alla sottocultura di tanti adolescenti pseudo hippie che tanto va di moda in questi anni tranquilli).

Alla luce di questa breve riflessione spero di avervi invogliato a riguardare questo piccolo ma ricco film e quindi vi invito esprimere la vostra opinione a riguardo. 

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